Ortigia, cosa vedere: 10 luoghi nel cuore di Siracusa

L’isola di Ortigia costituisce la porzione più antica e autentica della città di Siracusa, rappresentando un nucleo urbano di dimensioni contenute, ma intriso di una profonda e complessa storia culturale. La trama storica di Ortigia si dispiega in un intricato racconto che abbraccia epoche e civiltà diverse. Sin dai tempi dell’età del bronzo, l’isola ha costituito un fulcro di scambi commerciali e culturali di rilevanza notevole per popolazioni quali i Greci, i Romani, i Bizantini, gli Arabi e gli Spagnoli. Oggi è una località dal carattere vibrante e caloroso, un luogo idilliaco per un soggiorno all’insegna di storia, cultura e riposo. Quest’isola è profondamente impreziosita da monumenti storici che narrano le epoche trascorse: dal sontuoso Duomo alla maestosa presenza del Tempio di Apollo, dalla suggestiva Fonte Aretusa al fascino austero del Castello Maniace. Ecco sei siti da vedere durante un soggiorno nel cuore di Siracusa, sull’isola di Ortigia.

1. Il Tempio di Atena e il Duomo di Siracusa

L’elegante facciata barocca del Duomo di Siracusa, che si trova nella meravigliosa piazza del Duomo, una delle piazze più belle d’Italia con i suoi eleganti, bianchi palazzi barocchi, nasconde al suo interno il tempio di Atena, uno dei più celebri e meglio conservati monumenti di stile dorico in Sicilia. Questo tempio greco, che presenta ancora oggi molte delle sue colonne del peristilio e parti delle mura della cella, fu commissionato dal tiranno di Siracusa, Gelone, nel 480 a.c per commemorare la vittoria a Imera contro i Cartaginesi. Durante il VI secolo d.C. le sue parti furono incorporate in una chiesa, sovrapponendosi alla struttura templare originale. I Bizantini costruirono mura solide tra le colonne e aprirono otto archi sulle pareti della cella, trasformando così il tempio in una basilica cristiana a tre navate dedicata alla Vergine Maria. Successivamente, durante la dominazione araba nel IX secolo, l’edificio venne probabilmente utilizzato come moschea, mentre nel XII secolo, sotto il dominio normanno, tornò ad essere una chiesa cristiana. Oltrepassando la scalinata e le imponenti colonne doriche, ci si trova in un interno sobrio e solenne diviso in tre navate ospitanti diverse opere d’arte tra cui un dipinto raffigurante San Zosimo, attribuito ad  Antonello da Messina. 

2. Il Tempio di Apollo

L’edificazione del Tempio di Apollo risale ai primi decenni del VI secolo e rappresenta oggi il più antico esempio di architettura dorica presente in Sicilia. Anch’esso fu inizialmente convertito in chiesa paleocristiana, assumendo poi il ruolo di moschea durante il periodo arabo, per poi essere trasformato in basilica sotto il dominio normanno. L’architettura del Tempio di Apollo si distingue per la sua natura rivoluzionaria, poiché questa struttura segna un definitivo passaggio dallo stile costruttivo basato su strutture lignee a uno che abbraccia l’uso della pietra, in questo caso quella “giurgiulena”, come materiale predominante. Il tempio era composto da 46 colonne monolitiche, con sei colonne frontali disposte su due file e diciassette colonne laterali e la sua identificazione come luogo di culto dedicato ad Apollo è stata confermata grazie a un’iscrizione situata su un gradino del basamento orientale in cui si legge “Kleomede fece per Apollo (il tempio), il figlio di Knidieidas, e alzò i colonnati, opere belle”.

3. La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo

Palazzo Bellomo è un affascinante edificio storico situato nel cuore di Siracusa: tra i dei luoghi più importanti della città, rappresenta un tesoro di arte e architettura che affonda le radici nel passato glorioso di Siracusa. L’edificio fu costruito nel XIII secolo e successivamente subì diverse ristrutturazioni e ampliamenti nel corso dei secoli. Palazzo Bellomo deve il suo nome alla famiglia Bellomo, una delle famiglie aristocratiche che lo possedette nel corso della sua storia. L’architettura del palazzo presenta due distinte fasi costruttive, quella sveva e quella gotica, includendo elementi in vari stili che testimoniano l’evoluzione storica dell’edificio e della città stessa. Palazzo Bellomo ospita la Galleria Regionale, che ospita una vasta collezione di opere d’arte che abbracciano un periodo che va dal XII al XVIII secolo. Uno dei capolavori più celebri ospitati all’interno del palazzo è l’ Annunciazione di Antonello da Messina. E poi, opere di Antonello Gagini, Francesco Laurana, Mario Minniti, Guglielmo Borremans e diversi altri. Palazzo Bellomo è, in sostanza, un gioiello storico che incarna la ricchezza artistica e culturale di Siracusa.

4. La Fonte Aretusa

Nell’isola di Ortigia si apre uno specchio d’acqua cristallina chiamato la fonte di Aretusa: una sorgente d’acqua dolce che racchiude una particolare storia mitologica. Si narra, infatti, che Aretusa fosse una giovane ninfa, al servizio di Diana (dea della caccia e della natura selvaggia) e che un giorno, mentre si trovava presso un fiume in Arcadia, ella attirò l’attenzione del dio fluviale Alfeo, che se ne innamorò perdutamente. La fanciulla però non gradì tali attenzioni e, mentre scappava, chiese aiuto a Diana che trasformò la ninfa in una sorgente d’acqua. Alfeo, nonostante ciò, non si rassegnò mai fino a che gli dei ne ebbero pietà e Giove lo tramutò in un corso d’acqua sotterraneo che alimenta, anche oggi, la fonte Aretusa.

5. Il Castello Maniace

A pochi minuti a piedi dalla fonte di Aretusa si trova il castello Maniace fatto erigere da Federico II di Svevia come fortezza a protezione del porto e della città di Siracusa. Il progetto fu assegnato all’abile architetto Riccardo da Lentini, il quale completò questa magnifica opera tra il 1232 e il 1240. In omaggio alla memoria del valoroso generale bizantino Giorgio Maniace, noto per aver riconquistato la città dalle mani degli Arabi nel 1038, il palazzo fu battezzato con il suo stesso nome, divenendo il simbolo tangibile della vittoria e della forza di Siracusa. Esso si presenta come un robusto castello dalle forme quadrate con mura perimetrali e quattro torri cilindriche agli angoli. Le nicchie ai lati del portale furono progettate per contenere arieti di bronzo, mentre all’interno è presente una copia dell’unico ariete originale. Elementi decorativi raffinati, come sculture di leoni, un telamone e una possibile testa di Federico II, arricchiscono le nervature delle volte all’interno e le colonne in pietra calcarea, con basi poligonali e capitelli decorati, aggiungono ulteriore fascino tramite rappresentazioni di scene campestri, figure umane e serpenti. 

6. Il Bagno Rituale di Casa Bianca

Nel cuore di Ortigia si trova un antico Mikvè, un bagno rituale ebraico risalente al VI secolo d.C., considerato uno dei più antichi in Europa. Situato a 18 metri sotto il terreno e alimentato da acqua sorgiva, esso fu scoperto nel 1989 durante lavori di ristrutturazione del palazzo. Le sue vasche, i pilastri e le volte scolpite nella roccia svelano aspetti della vita comunitaria, inclusi riti e immagini al femminile. Il mikveh, infatti, ha sempre avuto il compito di rimuovere l’impurità rituale, legata al contatto con il sacro anziché al male e l’atto di immersione in queste acque rappresenta un rinnovamento necessario a ripristinare la purezza rituale. Il Mikvè di Casa Bianca è un prezioso patrimonio che offre uno sguardo profondo nella spiritualità e nelle tradizioni ebraiche. Questo luogo riesce a connettere il viaggiatore a un’antica comunità che ha onorato il mikveh come rituale di purificazione e rinnovamento spirituale.

7. La chiesa di Santa Lucia alla Badia

La chiesa di Santa Lucia alla Badia è uno dei più interessanti luoghi di culto di Siracusa. Questa chiesa è celebre principalmente per aver ospitato fino al 2020 uno dei capolavori artistici più importanti del Seicento siciliano, il Seppellimento di santa Lucia di Caravaggio, poi tornato nella chiesa per cui fu dipinto, quella di Santa Lucia al Sepolcro nel quartiere Borgata. La chiesa ha una storia che risale al Quattrocento, anche se l’edificio attuale venne costruito tra il 1695 e il 1703, dopo che il terremoto del 1693 rase al suolo la costruzione precedente. La facciata rappresenta uno dei più interessanti prospetti barocchi della città, mentre l’interno, a navata unica, presenta scenografici altari del primo Settecento.

8. Palazzo Beneventano del Bosco

Elegante dimora storica situata in piazza del Duomo, Palazzo Beneventano del Bosco rappresenta un esempio straordinario di architettura barocca. Ricostruito dopo il terremoto del 1693 che aveva distrutto l’edificio precedente, di proprietà della famiglia Arezzo (da cui prende il nome l’attiguo Palazzo Arezzo della Targia), diventò nel 1778 proprietà dei Beneventano del Bosco. L’edificio si erge maestoso e imponente, con una facciata affascinante che cattura l’attenzione dei visitatori fin dal primo sguardo. Le balconate in ferro battuto, le finestre con cornici elaborate e le sculture ornamentali contribuiscono a creare un’atmosfera di raffinato splendore. L’interno di Palazzo Beneventano del Bosco è altrettanto affascinante. I suoi saloni eleganti sono impreziositi da stucchi e decorazioni d’epoca, rappresentando uno spaccato di vita aristocratica nel corso dei secoli. Il palazzo ha attraversato diverse fasi di restauri e conservazione, il che ha permesso di preservare il suo fascino originale e la sua bellezza storica.

9. La chiesa di San Giovannello

La Chiesa di San Giovanni Battista, chiamata “chiesa di San Giovannello” dagli abitanti, è una delle chiese storiche di Siracusa: edificio di culto di origine medioevale, si mostra con la sua facciata risalete al 1380 (la chiesa venne costruita sui resti di una basilica paleocristiana del IV secolo). La facciata della chiesa è relativamente semplice, ma presenta elementi decorativi interessanti, come il portale quattrocentesco e il gradne rosone. La particolarità della chiesa è data dal fatto che l’interno è scoperto: per questa è stata a lungo utilizzata come teatro e auditorium prima di essere riaperta al culto.

10. Palazzo del Vermexio

Attuale sede del Municipio di Siracusa, Palazzo del Vermexio è un’imponente edificio storico, notevole esempio di architettura civile e amministrativa nel contesto della città e ha giocato un ruolo significativo nella storia locale, essendo stato sede del Senato cittadino e di altre importanti istituzioni fin da tempi antichi. Situato in piazza del Duomo e costruito nel XVI secolo, il Palazzo del Vermexio deve il nome all’architetto che lo costruì, Giovanni Vermexio. L’architettura del palazzo è caratterizzata da uno stile rinascimentale al pianterreno e dagli elementi barocchi del piano superiore, e presenta una facciata imponente con finestre ornate e dettagli architettonici che riflettono l’importanza e l’autorità dell’edificio. Il Palazzo del Vermexio ha subito diverse ristrutturazioni nel corso dei secoli, ma è riuscito a preservare gran parte del suo fascino storico e architettonico.

PARCO ARCHEOLOGICO DI SIRACUSA

Il parco

Il parco archeologico di Siracusa comprende la parte settentrionale del quartiere della Neapolis, uno dei cinque che componevano Siracusa in età greca e romana, in cui si trovano i monumenti più famosi della città. Si parte dallo splendido teatro greco, databile, nel suo aspetto attuale, al III sec. a.C. ma esistente fin dalla seconda metà del V sec. a.C. Segue l’Anfiteatro Romano, di controversa datazione, attribuito da taluni ad Augusto, da altri a Settimio Severo; l’ara di Ierone II, un grandioso altare per i sacrifici pubblici della città. Infine la via dei Sepolcri, di impianto ellenistico, profondamente incassata nella roccia e fiancheggiata da ipogei bizantini.

A questo straordinario complesso di monumenti fa da fondale lo scenografico arco delle latomie del Paradiso e di Santa Venera. Queste antiche cave di pietra, recano ancora i segni dell’estrazione e in cui si aprono, in una rigogliosa vegetazione di aranci e alberi secolari. Non mancano inoltre le suggestive e amplissime grotte, fra cui la Grotta dei Cordari e l’Orecchio di Dionisio.

L’estremità orientale

L’estremità orientale del parco archeologico si trova a ridosso della latomia di Santa Venera, si conclude con un agglomerato roccioso, costituito da una serie di camere sepolcrali. Tra questi vi è la cosiddetta tomba di Archimede, denominazione ormai storicizzata di un grande vano caratterizzato da un prospetto architettonico intagliato nella viva roccia, con frontone a timpano e semicolonne doriche a rilievo, risalente ad età romana.

Il teatro Greco

Il monumento più famoso del parco archeologico di Selinunte, tra i più grandi e importanti nel mondo antico. Collocato nel V sec. a.C.; la sua forma attuale, però, è riferibile a un progetto unitario, realizzato nel III sec. a.C. da Ierone II, nell’ambito del suo programma di sistemazione della Neapolis secondo i principi dell’architettura ellenistica del tempo.
Interamente scolpito nella roccia del colle Temenite, il teatro presenta una cavea dalle dimensioni piuttosto notevoli, con 67 ordini di gradini, divisa, in senso verticale, in nove cunei da otto file di scalette e, in senso orizzontale, da un ampio corridoio (diázoma). La parete a monte di tale diazoma reca incise delle iscrizioni in greco. Al centro è il nome di Zeus Olimpio; ad est erano i nomi di divinità non più leggibili; ad ovest erano i nomi dei membri della famiglia di Ierone. Si leggono ancora chiaramente i nomi di Nereide, moglie di Gelone II, figlio di Ierone II, e di Filistide, moglie di Ierone II.
In epoca imperiale romana il teatro subì profondi  mutamenti per rispondere alle esigenze degli spettacoli e doveva avere un apparato scenico monumentale grandioso e complesso. I lavori dell’ultima fase del teatro si possono datare al V secolo d.c.

Siracusa e dintorni

Noto

Il centro storico di Noto, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un esempio emblematico dell’architettura barocca siciliana. Percorrendo Corso Vittorio Emanuele, la via principale, si incontrano i principali monumenti: la Cattedrale di San Nicolò, con la sua maestosa scalinata, domina Piazza del Municipio, dove si affaccia anche il Palazzo Ducezio, sede del municipio, noto per la sua elegante facciata e gli interni affrescati. Proseguendo, si può ammirare la Chiesa di San Carlo al corso caratterizzata da una torre campanaria che offre una vista panoramica sulla città. Non lontano, il Palazzo Nicolaci di Villa Dorata colpisce per i suoi balconi decorati con figure grottesche e motivi floreali. La Chiesa di Santa Chiara, con il suo interno riccamente decorato, e il Teatro comunale “Tina Di Lorenzo”, esempio di architettura neoclassica, completano un itinerario che testimonia la ricchezza artistica e culturale di Noto.

Pantalica

Pantalica, situata nella parte sud-orientale della Sicilia, a circa 40 chilometri da Siracusa, è un sito archeologico affascinante che merita una visita per la sua bellezza naturale e il suo ricco patrimonio storico.
Pantalica è famosa per le sue necropoli rupestri, che si estendono su un’area di circa 1.200 ettari e contengono oltre 5.000 tombe scavate nella roccia. Queste tombe risalgono all’età del bronzo e all’età del ferro, e rappresentano uno dei più grandi complessi funerari preistorici d’Europa. Esplorare le necropoli di Pantalica è come fare un viaggio nel tempo, ammirando le tombe e immaginando la vita e le tradizioni delle antiche comunità che abitavano quest’area.
Oltre alle necropoli, Pantalica è circondata da una natura straordinaria. Le gole dell’Anapo offrono un paesaggio mozzafiato, con pareti di roccia che si alzano verticalmente sopra il fiume e una vegetazione lussureggiante che si sviluppa lungo le sue rive. La zona è ricca di flora e fauna, con una vasta varietà di piante mediterranee, come oleandri, carrubi e ulivi selvatici, e la presenza di animali come la lontra, il falco pellegrino e l’airone cenerino.

Vendicari

All’interno della Riserva la storia umana mostra una lunga permanenza. Vi sono diversi insediamenti archeologici e architettonici che testimoniano la vita dell’uomo in questi luoghi sin dall’epoca greca. È possibile trovare infatti le tracce di vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce di età ellenistica, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli. In epoca bizantna (sino al VI secolo d.C.) l’area venne abitata a sud con la presenza di una chiesa diverse catacombe e abitazioni. La pericolosità delle coste indusse gli abitanti all’abbandono del sito per le aree interne come Pantalica.

La Torre Sveva costruita probabilmente da Pietro d’Aragona, conte di Alburquerque e duca di Noto (1406-1438), nonché fratello di Alfonso V d’Aragona, re di Spagna e Sicilia (1416-1458) testimonia l’interesse strategico dell’area per la difesa della costa. Poco lontano vi è la tonnara di Vendicari, un edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera, oltre a vari stabilimenti e alle case dei pescatori: la tonnara fu costruita nel Settecento: nel periodo di massima espansione ebbe 40 dipendenti, tra cui due rais (il primo di Avola e il suo vice di Pachino). Smise la sua attività nel 1943. La Riserva di Vendicari si trova in una stretta fascia costiera acquitrinosa, di fondamentale importanza per le specie di uccelli migratori. Infatti la presenza dei vasti pantani dall’elevata salinità ha contribuito alla creazione di un ecosistema che è punto di riferimento per gli uccelli che, provenienti dall’ Africa (distante 350 Km circa in linea d’aria), sostano qui numerosi prima di raggiungere le mete migratorie in tutta Europa.. In effetti, l’area della riserva si trova ad una latitudine inferiore a quella di Tunisi. La riserva è una zona umida costiera di alto valore biologico per la presenza di biotipi differenti: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d’acqua dolce), saline , garighe e aree coltivate.

I pantani Piccolo, Grande, Roveto e i due minori (Sichilli e Scirbia, collegati al solo Roveto) sono separati l’uno dall’altro solo da poche decine di metri: essi rappresentano il fulcro della riserva. Tra i tre, solo il Pantano Piccolo non si prosciuga mai, neppure nei periodi di siccità, e ciò grazie alla presenza di sorgenti di acqua salmastra. Pantano Roveto è, invece, il più esteso e la foce che lo collega al mare è solitamente interrata. La profondità media dei tre pantani principali è di 30-40 cm, mentre la massima è di 1-2 mt.

Quattro sono gli accessi alla riserva: uno in zona Eloro (il più a nord), uno in zona Calalmosche l’ingresso principale all’altezza della Torre Sveva e, infine, quello di Cittadella dei Maccari (sede dell’insediamento bizantino di cui resta un tempietto e la necropoli).

La riserva è ricca di spiagge: a nord quella di Eloro, con accanto la spiaggia di Marianelli, Calamosche, la spiaggia di Vendicari (nei pressi della tonnara) e a sud la spiaggia di San Lorenzo.

Cavagrande del Cassibile

La Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile è stata istituita allo scopo sia di preservare le diverse ricchezze naturalistiche ed ecologiche del territorio in cui si estende, che per tutelare il profilo archeologico paesaggistico della zona, in quanto essa è stata, nel corso dei millenni, popolata e abitata dall’uomo che, tra vallate e costoni terrosi, si è adattato a vivere e a coltivare i prodotti della terra e di questa presenza sono rimaste notevoli testimonianze di tombe e reperti. L’area protetta ingloba un tratto, lungo circa 10 km, dell’asta fluviale del Cassibile, uno dei più importanti fiumi della Sicilia Sud-orientale, che, in seguito al fenomeno di erosione da parte dell’acqua, ha formato nel tempo vallate scoscese, chiamate appunto cave, di cui una delle più spettacolari da ammirare e percorrere è proprio la Cava Grande, considerata il più grande canyon naturale d’Europa. Notevole dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, scavata dal Fiume che ha dato origine a un suggestivo e spettacolare paesaggio caratterizzato da micro e macroforme carsiche, da profonde incisioni a gradinate, da numerose conche circolari che costituiscono veri e propri piccoli laghi con acque fresche e limpidissime, da cascate generate da fratture nelle rocce che tagliano l’asse fluviale e che rendono unico questo ambiente. Dal punto di vista floristico, sulle rive del fiume Cassibile si estende un bosco ripariale, dove salici, pioppi bianchi e neri, tamerici e frassini trovano terreno fertile e accompagnano i magnifici esemplari di platano orientale caratteristico della riserva. Il platano, infatti, è un maestoso albero a foglie caduche che vive nell’Europa sud-orientale e che nelle cave carsiche della Sicilia sud orientale assume un valore ecologico particolarmente importante perché rappresenta l’estremo confine occidentale del suo areale di distribuzione. L’altopiano è caratterizzato dalla presenza della gariga dove domina la palma nana e essenze aromatiche quali timo, rosmarino ed erica, mentre lungo i costoni si trovano piccole presenze di boschi a leccio e frassini, roverelle e olmi. Ricca dal punto di vista faunistico, la riserva ospita innumerevoli specie di insetti, rettili (il biacco, il colubro leopardino, il ramarro, la vipera, la testuggine), mammiferi (il riccio, l’Istrice, il ghiro, la volpe rossa), uccelli come la gallinella d’acqua, il pettirosso, la cincia ed è possibile avvistare specie di rapaci come il falco pellegrino, il falco lanario e il gheppio.


Un tuffo al mare a Siracusa

𝐒𝐩𝐢𝐚𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐬𝐛𝐚𝐫𝐜𝐚𝐝𝐞𝐫𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐋𝐮𝐜𝐢𝐚 (spiaggia libera) 50 mt

𝐒𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐮𝐦 𝐬𝐛𝐚𝐫𝐜𝐚𝐝𝐞𝐫𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚 Lucia 50 mt

𝐒𝐩𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐚 𝐬𝐛𝐚𝐫𝐜𝐚𝐝𝐞𝐫𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐋𝐮𝐜𝐢𝐚 (lido attrezzato) 60 mt

𝐒𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐮𝐦 𝐙𝐞𝐧 1 km

𝐒𝐩𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐚 𝐂𝐚𝐥𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐚 (spiaggia libera) 3 km

𝐒𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐮𝐦 𝐅𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐕𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐧𝐚 3 km

𝐋’𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚, 𝐏𝐥𝐞𝐦𝐦𝐢𝐫𝐢𝐨 𝐞 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐚𝐮𝐳𝐳𝐚 (scogli e spiaggete) 7 km

𝐀𝐫𝐞𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 (lido attrezzato e spiaggia libera) 8 km

𝐀𝐬𝐩𝐚𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐞 𝐎𝐠𝐧𝐢𝐧𝐚 (scogli e spiaggette ) 9 km

𝐅𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐞 𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 (lido attrezzato e spiaggia libera) 15 km

𝐋𝐢𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐍𝐨𝐭𝐨 (lido attrezzato e spiaggia libera) 25 km

𝐕𝐞𝐧𝐝𝐢𝐜𝐚𝐫𝐢 (riserva naturale) 35 km

𝐒𝐚𝐧 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 (spiagge per lo più non attrezzate) 45-50 km


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